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Ciao chiciolo ❤️

Ciao chiciolo !

Mamma è a pochi metri dall’ingresso del tuo nido, in fremito, muore dalla voglia di vederti. Non so ancora come hai affrontato queste prime ore senza di me ma ti immagino felicissimo di giocare, esplorare, crescere. In attesa che qualcuno ti riabbracci forte, così com’è stato prima del distacco. Il primo. Il primo in assoluto. Adesso datemi dell’irresponsabile, della matta, dell’esagerata, della donna troppo emotiva, probabilmente sono tutte queste cose. Sono io, che subito dopo averti salutato sono corsa in giro per le strade a piangere, nascondendomi in viuzze non trafficate, chiamando mamma e papà, scrivendo messaggi di aiuto. Tutto vero eh? Sisi, proprio io, quella tosta, dura, a volte superficiale, quella che prova sempre a tirar su il morale di chi le sta intorno, che non si tira indietro. Proprio io! E poi mi sono fermata un attimo a pensare alla mia di mamma, al mio papà, quando questa personcina qui, indipendente, che vuole le sue libertà e che ama follemente la vita, ha deciso di lasciare tutto e vivere a Milano, perché il paesino le stava stretto e aveva voglia di sperimentare e sperimentarsi. Il vuoto. È così allora che ci si sente quando si stacca il cordone ombelicale. Vuoti. Impauriti. Senza difese. Per poi crescere più forti probabilmente. Certo. Questa è stata la mia esperienza personale. Ma per i miei è stato davvero così? Chissà … magari più avanti potremmo anche scambiarci qualche pensiero e riderci su.

E adesso ti trovi tu dall’altra parte, dalla parte di chi “abbandona”, di chi per il figlio farebbe QUALSIASI COSA, e che per prepararlo alla vita sceglie di regalargli il suo spazio, in modo che possa confrontarsi con altre persone, altre realtà, migliori o peggiori a quelle che sta vivendo, ma comunque costruttive.

Non aver paura di crescere, di prendere la tua strada, di sperimentare, di litigare e di arrabbiarti. Non aver paura di scegliere, di vivere, di essere te stesso. Non aver paura di lottare per quello che vuoi. Non aver paura di giocare e di stare vicino ad altri bambini. Non aver paura degli adulti. Non aver paura. Sono qui. Siamo qui. Per te. Sempre.

E grazie ancora e sempre a voi, mamma e papà, che si siete sempre stati, che ci sarete sempre.

Vado a riabbracciare il mio pezzo di cuore.

Ciauuu

L.D.

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Il nostro primo giorno al nido … io speriamo che me la cavo 😅

Diciamoci la verità… l’ambientamento dei nostri piccoli cuccioli al nido è forse più utile a noi accompagnatori che a loro. Perché? Facile … perché ci sentiamo così importanti per loro da pensare che nessuno possa fare meglio di noi, perché li riteniamo “nostri” e perché sono così parte integrante delle nostre vite che risulta quasi impossibile separarsene, soprattutto se, come me, si è un tutt’uno da mattina a sera.

E così, la mamma qui presente, oggi accompagna il suo piccolo principe ad affrontare il suo primo ingresso ufficiale nel mondo da esploratore al nido. Lei, serena, serenissima, felice di questa nuova avventura, ma con gli occhioni gonfi e qualche lacrimone mentre lo accompagna all’indirizzo concordato. Lui, bellissimo sul suo passeggino, ignaro di tutto, cerca di parlare e scimmiotta un po’ guardandosi intorno. Poi l’incontro con i bimbi, le educatrici, le mamme. Fantastico! In un attimo sentirsi come in una seconda casa. Tutti insieme come in una grande famiglia. Giochi ovunque, bambini felici, risate, paroline abbozzate, suoni strani e divertenti. È sensazionale vedere tutta questa vita esplodere tra le mura di un luogo che segnerà le loro stesse vite. Loro, così buffi e talvolta goffi. Loro che camminano a gambe aperte, che corrono, che gattonano, che prendono giocattoli e ti guardano con gli occhi di chi vorrebbe dirti che si trova in un porto magico. Loro, seduti su delle micro sedie accanto a mini tavolini, a mangiare tutti insieme come gli adulti, a bere da soli “lavandosi”, a scambiarsi sguardi veloci e pieni di pensieri ed emozioni che solo loro capiranno. E in tutto questo i nostri mille pensieri, le paure di qualcuno, le certezze di qualcun altro. Noi e la felicità nel vedere il nostro piccolo miracolo FELICE.

In un attimo forse rimpiangere i tempi in cui eri tu la piccola di casa, quella che scorrazzava per le stanze a far casino, quella che riceveva mille coccole e regali. E ricordi i momenti in cui pensavi ai tuoi genitori come dei super eroi, loro, che facevano di tutto per te, che sapevano fare tutto, che sapevano capirti, che erano il tuo porto sicuro, che ti facevano da scudo, che ti proteggevano e che ti spianavano la strada ove possibile, in modo da rendere un po’ più facile questo percorso di crescita.

E adesso tocca a me ! 🥳🤞🔝💪🏻

Incrociamo le dita …

L.D.

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Splendi sempre così

Amo di te l’instancabile voglia che hai di abbracciare la vita. Tu che a piccoli grandi passi stai conquistando il mondo, che a piccoli grandi morsi stai assaggiando ogni specialità. Hai gli occhi pieni di mondo, di vita, di colori, di emozioni che ancora non riesci bene a gestire. Sei linfa e droga per le mie giornate, si, perché crei dipendenza, perché riesci ad incasinare così tanto la mia giornata da mancarmi quando dormi (anche se ammetto che il tuo dormire mi permette finalmente di riposare 😂). Sei forte, furbo, divertente (hai scoperto da poco come si fa a far ridere la gente e ti diletti in esibizioni strampalate). Sei affettuoso e romantico (non smetti di indicare la luna quando riesci a vederla 🥰). Sei adrenalina, ingenuità, spensieratezza, voglia di giocare ed emulare. E te ne stai lì, di fronte a me, con tutta questa voglia di crescere, di dimostrare, di raggiungere. Mi ricordi un po’ la me di non molto tempo fa. E in tutto questo periodo di convivenza alla fine ho imparato che in fondo forse tu e i tuoi colleghi bambini avete già capito tutto dalla vita. Siamo quasi sempre noi ad agire nel modo sbagliato. Possedete la chiave di tutto. La chiave dei cuori della gente, siete empatici, limpidi, puri, sinceri, non avete paura di esprimere ciò che provate nel momento stesso in cui lo provate e nel modo in cui lo provate. Non avete bisogno di giri di parole, un po’ perché non ne avete ancora la capacità e un po’ perché siete qui adesso, e poco importa tutto il resto, voi vivete adesso e questo momento dev’essere fantasticamente vivo e sentito. Mettete tutti voi stessi in ogni giornata. Non avete poi chissà quanti progetti, il progetto è essere felici, sempre, oggi! Alla fine ho imparato, o reimparato, quanto fosse bello svegliarsi la mattina presto e vivere una giornata intera senza fretta, assaporando ogni singolo momento. Ho ripreso a ridere a crepapelle per un nonnulla, come fai tu, intrattenendomi a fare lo stesso gioco per più di mezz’ora senza tregua. E mi metto continuamente alla prova di fronte alla tua “grandezza”, tu che un attimo prima sei arrabbiatissimo e un attimo dopo mi abbracci e ridi come se non fosse mai accaduto nulla. E allora penso a quanto sia stupido perdere tempo a ricordare cose passate, delusioni, sconfitte, e a riportare a galla dolori che ci impediscono di vivere serenamente il presente. Penso a quanto tempo si perda dietro invidie, rancore, mancanze di rispetto, aspettative. Tu invece dai senza aspettarti nulla in cambio e prendi senza quasi chiedere, perché tra persone che si amano e che condividono un pezzo di vita in fondo non bisogna chiedere, ma darsi e donarsi, senza aspettarsi nulla in cambio. E ti invidio sai? Tu vivi e ridi e ami a dismisura, ti nutri di sorrisi e di amore e di semplicità, mentre noi adulti ci perdiamo nelle piccole e troppe e stupide imperfezioni che probabilmente abbiamo creato da soli, noi, vittime di confini che ci siamo autoimposti. Tu non giudichi, semmai osservi e talvolta copi. Non aver fretta di crescere, abbiamo bisogno dei tuoi insegnamenti … lentamente ❤️

Mamma 🥰

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Vivere tutte le vite ….

Strane le relazioni! Un po’ amiamo, un po’ odiamo, un po’ siamo persi tra i nostri sogni, un po’ scappiamo, un po’ torniamo, un po’ non capiamo, un po’ soffriamo è un po’ siamo su di giri.

Strano quello che chiamiamo destino!

Siamo stanchi di tutto, felici di tutto, desideriamo ardentemente qualcosa, qualcuno, poi tra le nostre mani talvolta non ne capiamo quasi bene il valore, e cadiamo nella trappola della noncuranza, del “tutto è dovuto”, del “tanto cosa mai può succede?”. Vogliamo tutto e il contrario di tutto. Siamo lunatici, irascibili, siamo qui col corpo e con la mente viaggiamo chissà dove. Vorremmo essere in tutte le parti del mondo, vivere tutte le vite possibili, avere tutto quello che ci si aspetta di avere (matrimonio, figli, un ottimo lavoro, tempo libero, soldi, salute …) e avere anche la libertà di poter fare ciò che vogliamo davvero (viaggiatore, conoscere gente nuova, mangiare a dismisura senza ingrassare…). Ma sembra non si possa vivere tutte le vite del mondo in un’unica vita. Pare che debba sempre “mancare” qualcosa, per rincorrerla, per avere rimpianti, per avere rimorsi, per poter avere altre occasioni forse dopo questa grande opportunità. Ci si accontenta, si scende a compromessi, si litiga, si perde, si vince, ci si dispera, si gioisce. E in mezzo a tutta questa vita, a tutte queste possibilità, cose da fare e vivere, ci sono le nostre scelte, le nostre relazioni, con noi stessi e con le persone più o meno importanti alle quali siamo legati. Ogni nostra scelta influenza inevitabilmente quella che verrà fatta a sua volta da un’altra persona, un effetto domino talvolta incontrollabile. Ci pensate mai? E chi ci dice che quello che viviamo adesso è giusto per noi? E chi può darci la controprova di come saremo adesso, se avessimo scelto di continuare con le vite che avevamo prima? Ieri è passato, oggi è presente e domani è futuro. Si certo, ma

Certo passati non si dimenticano e ci plasmano, e certi presenti ci impediscono di guardare al futuro come a un regalo. Mi diverte proprio questa confusione. 🙈 chissà cosa vuole davvero da noi questa vita? Lo scopriremo mai?

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Ubriaca di te da un anno

Dunque è così che ci si sente dopo un anno: ubriachi, ubriachi d’amore per te, piccolo grande ometto. Ho ancora addosso ogni singolo pezzo di quella giornata, l’apprensione dei miei genitori e del tuo papà, la mia preoccupazione, la paura di affrontare tutto e la curiosità e la voglia di conoscerti. Ci si sente inermi a tenere stretti a se un cucciolo d’uomo così piccolo, inermi di fronte ad un miracolo che ripetendosi regala al mondo, ogni volta, la possibilità di diventare migliore. Già. Perché anche il tuo arrivo ha fatto si che ci fosse un cambiamento, un miglioramento. Probabilmente non percepibile da subito, nascosto dalla stanchezza delle notti in bianco, dalla pesantezza delle giornate scombussolate da una nuova presenza. Ma presente. Si. Perché siamo tutti un po’ migliori da quando ci sei. Io e papà abbiamo imparato tantissime canzoncine per farti sorridere, imitiamo animali, facciamo strani balletti, il tuo peso crescente ci ha permesso di tenerci in allenamento, i pranzi e le cene non hanno bisogno della tele perché ci sei tu a regalarci divertenti momenti di intrattenimento. Le giornate cominciano presto perché guai a te se non cominci a lavorare subito. Sei davvero uno stacanovista, e per due amanti del dolce dormire come noi, la tua esuberanza ha fatto si che ci si rimettesse al tuo passo. Hai invaso i nostri cellulari con le tue foto e i tuoi video. Sembra esista solo tu ( raramente io e papà ricordiamo di scattare una foto insieme in tua assenza 😝). Ogni giorno ti impegni per far si che non ci si dimentichi quanto sia prezioso il dono della vita. Sorridi spesso senza un apparente e spiegabile motivo, ti entusiasmi per quello che per noi è poco (un autobus verde, un piccione, un cane, una canzone, un cassetto aperto, la metro …), ti prendi gioco di te e di noi, mangi di gusto (soprattutto quello che mangiamo io e papà), adori l’altalena, lo scivolo giallo, i bambini che corrono e giocano, le coccole, il solletico, camminare senza saper bene dove andare. Ti piace osservare tutto quello che ti circonda, e spesso cerchi come una sorta di approvazione, un po’ come a dire “wow, hai visto anche tu?”. Ti arrabbi spesso quando non ottieni quello che vuoi, ma poi, appena io o papà ci innervosiamo, eccoti lì a farci capire quanto sia bello riderci su. Non è stato sempre semplice, non lo è tuttora, soprattutto per una come

me cresciuta come la piccola di casa anche oggi a più di 30 anni. Ci sono stati pianti, nervosismi e quei maledetti consigli non richiesti e le critiche con tanto di frecciatine, ma eccoti qui, un piccolo ometto meraviglioso, alla faccia di chi si permetteva di esclamare pensieri ingiusti al vento.

Ma torniamo a noi.

Tu un anno fa mi ha davvero cambiato la vita. Niente è più come prima. Ma è cambiato in meglio. Mi sono sentita davvero importante permettendoti di dormire addosso a me, proteggendoti, insegnandoti ogni piccola cosa di questo mondo che ti sembra così strano. E poco importa se le uscite non siano più le stesse, se il corpo non si sia ancora rimesso in riga (ma lo farà 💪🏻💪🏻), se il tempo per se sia notevolmente diminuito. Tu mi hai regalato la possibilità di migliorare il mondo insegnando a te quello che molta gente non ha ancora capito, insegnando a te quello che ho imparato dai miei errori. Mi hai permesso di amare senza misura, in maniera diversa da quella alla quale ero abituata. Mi hai permesso di capire mia madre, di amarla oggi più di quanto io non la amassi già. Di capire mio padre e ogni loro singola decisione nei miei confronti e nei confronti della nostra famiglia. E così come loro hanno fatto per me, piccolo Buddha, io ci sarò sempre. Perché sei parte di me e perché io sono parte di te. Buon primo anno Paolino mio.

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Cuore allegro : 6 mesi ❤️

In questo periodo sono stata zitta ad osservarti, ad osservarmi, ad osservarci cambiare, a vivere intensamente ogni attimo, ogni istante … ma oggi voglio omaggiare i tuoi primi 6 mesi di vita con una delle cose che mi piace fare di più …!scrivere ! Sarò sincera: non sono una di quelle persone che dice di non aver vissuto prima di te, direi di certo bugie. Prima di te ci sono stati tanti viaggi, notti insonni passate a chiacchierare o a tirar tardi di locale in locale, passeggiate romantiche, settimane intense tra lavoro palestra e faccende domestiche. Prima di te c’erano ore intere dedicate allo shopping sfrenato, armadi pieni zeppi di tutto e niente in particolare, serate al cinema, numerose cene tra amici, birre caffè e amari. Prima di te c’era ME, e il tuo papà, NOI due. Ma non sei arrivato per caso: sei stato cercato, desiderato, sognato, immaginato; sei stato al centro di ogni nostro discorso, di ogni nostro progetto. E poi eccoti qui … bello come una notte d’estate piena di stelle, come una distesa di girasoli, come il mega pranzo della domenica, come il mio dolce preferito, come un cucciolo. Ci hai letteralmente cambiato la vita. Tu e i tuoi versetti strani, la tua ninna nanna (che sembra più un lamento), i tuoi grandi occhi a mandorla (forse l’unica cosa che hai preso da me), le ciglia lunghe, le fossette sulle mani, una sola fossetta sulla guancia, i tanti capelli chiari, la linguaccia (per questo ringraziamo nonna “rambo” 😆). Non so ancora cosa mi piaccia di più di te: il naso, le labbra, le orecchie, il viso, le gambette cicciotte. Se quando ti lanci addosso a me o papà, quando ridi a crepapelle perché balliamo o ti “facciamo volare”, quando mordi la mia spalla 🤪, quando metti in bocca il tuo piede, quando sei alla ricerca di coccole per addormentarti, quando ridi mentre dormi, quando fai le carezze, quando mangi la pappa come se stessi mangiando al tavolo di un re, quando hai gli occhioni lucidi e sembri così indifeso, quando fai il piacione … sto esagerando? Può darsi. Ma sai, forse la cosa più importante è che tu rappresenti il regalo più bello che io e tuo padre potessimo donarci. Rappresenti tutto l’amore che proviamo l’uno per l’altra, rappresenti la nostra volontà di insegnarti ad amare così come siamo stati capaci di fare noi, sei la possibilità che abbiamo per migliorare il mondo, sei la nostra forza, sei un piccolo faro, un seme che abbiamo la responsabilità di far crescere nel migliore dei modi, sei tutto quello che di bello vorremmo avesse la gente. I miei genitori ti chiamano “cuore allegro”, si, perché a quanto pare il tuo cuoricino lo è, e non perde mai occasione per far vibrare le nostre vite. Tu rendi speciale ogni attimo. Tu hai la capacità di farci arrabbiare tanto, nonostante tu sia ancora così piccino, e un attimo dopo ci sciogli il cuore. Vorrei poter dire che è tutto semplice ma non lo è : adesso le notti insonni sono diverse, resto sveglia perché alle 3 di notte tu hai voglia di giocare mentre io vorrei solo dormire; comandi tu, anche se ci piace ogni tanto far la voce grossa come se potessimo comandare; cresci velocemente e questa mamma nanerottola fa un po’ fatica a tenerti in braccio, un po’ perché a momenti sei più grande di me e un po’ perché pesi un pochetto 😵 e poi ci sono i momenti in cui piangi come un disperato e non sai bene neanche tu perché, quindi prova a pensare come mi sento stupida ! Ma è grazie a te che apprezzo sempre di più questo mondo, che spero in qualcosa di migliore. Non che non lo sapessi già, ma grazie a te sto imparando quanto sia importante il ruolo delle madri, per la pazienza, l’amore, la presenza, il coraggio, la protezione e la voglia e l’impegno e il tempo che ogni giorno mettono a disposizione dei loro piccoli affinché le pagine bianche delle loro vite abbiano i disegni e le scritte più belle e intense, affinché ogni giorno possa essere più speciale e ricco del giorno precedente. Grazie a te io cresco. Sono rinata madre e, credimi, così come capita a te, anche le pagine del mio nuovo libro sono tutte bianche. Per quanti libri e consigli esistano, l’unica cosa importante alla fine è l’esserci e il viverti. Grazie perché ogni giorno imparo da te quanto sia bello lasciarsi andare, ridere di tutto e di niente in particolare, ridere ridere a crepapelle, sognare ad occhi aperti, meravigliarsi, innamorarsi di tutto come se lo si vedesse per la prima volta. Grazie a te imparo ad amarmi un po’ di più. Grazie a te amo ancora di più tuo padre, perché vedervi insieme mi rende migliore e una tra le donne più felici al mondo. Grazie per avermi cambiato la vita piccolo cuore allegro, piccolo finferlino, pezzo di cuore !

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Dietro le quinte

… da lontano riconosco “Beautiful Day” degli u2. Io non so di preciso cosa voglia dire questa canzone ma percepisco significhi molto per te, lo sento da come la canti, da come poggi le tue mani sulla pancia e da come ti sorride il cuore. Ti sento forte e sento forte anche le tue emozioni, e così partecipo a questa grande emotività scalciando a più non posso … riesci a sentirmi?

Sono qui, nascosto dentro di te mentre aspetto di vederti per la prima volta. Non ti sembra buffo che tu e papà mi abbiate già spiato in questi mesi, mentre io non ho ancora idea di cosa mi aspetti? Insomma, chi vi ha autorizzati a ridere di me mentre giocavo con il cordone ombelicale, mentre ciucciavo il dito, mentre stavo a bocca aperta, mentre muovevo mani e piedi senza ben capire cosa fossero o mentre singhiozzavo? Apprezzo comunque molto il vostro sforzo di raccontarmi le vostre giornate, del resto qui dentro non mi avete fatto dono di giocattoli … ho sentito dire che ho già molti vestitini e che sarò forse pieno di giochi, allora fa niente se farò il monello qualche volta vero? Ad ogni modo, in mancanza di altro, sto imparando a conoscervi da qui.

Mamma è un essere speciale, mi tiene con se sempre, in ogni momento della giornata. Mi piace immaginarla piena di sorrisi per me, così come quando canta in giro per casa o quando è in macchina. Si prepara da tempo per il mio arrivo, ha seguito corsi, letto, ascoltato pareri dalle altre mamme ( talvolta imbarazzanti, io sarò bravissimo 😁), mi trasmette emozioni forti in ogni momento della giornata. Ama la musica, e io con lei, ama canticchiarmi canzoni di qualsiasi tipo e raccontarmi qualche aneddoto legato al testo o al momento in cui le ha sentite per la prima volta, la sento leggere, favole, libri che le piacciono, risolvere cruciverba o fare lunghe telefonate (che chiacchierona). Ha già creato un posticino per il mio arrivo, lo chiama la cameretta, e so che anche se non lo racconti in giro passi spesso li a lasciare anche solo un piccolo saluto. Mi coccoli molto, mi sposti i piedini, mangi cose buonissime e ogni tanto ti sento impazzire perché non sai più cosa indossare. Mi sa che comincio ad essere un po’ ingombrante. Sei innamorata, sei felice, hai il cuore pieno di emozioni nuove, di progetti, di sogni, e quando resti sul divano ad immaginarmi, beh, in quegli stessi istanti non solo il nostro cuore batte all’unisono ma anche le nostre anime diventano un tutt’uno.

E poi c’è papà. Ecco, non so quanto tu sia alta ma lui, beh lui me lo immagino proprio un gigante, uno di quei supereroi dai super poteri, pieno di muscoli e tanto tanto buono. Lo sento da come ti abbraccia, da come ti parla, da come ci accoglie quando torna a casa dopo una giornata di lavoro. Mi parla sempre di calcio, e accipicchia come si arrabbia se la sua squadra non va bene come vorrebbe. Mi sa che mi conviene imparare a giocare fin da subito, altrimenti si arrabbierà anche con me 😎 . Sento che ci ama tantissimo. Le sue grandi mani coprono tutto il pancione, sento anche le sue pernacchie. Però sono davvero geloso in questo momento. Insomma, io qui al buio e lui li a prendersi tutte le coccole che mamma dovrebbe dare a me. Ecco perché quando si appoggia lo prendo a calci 😁😁 ma poi tanto lo so che cederai anche tu. So che anche mamma lo pensa. Ha sempre la capacità di farti ridere, qualche volta ti strappa qualche broncio, non ho ben capito perché ma meglio non contrariarti mamma … o probabilmente tutte le donne, mah … imparerò !

Vi stravolgerò la vita, vi hanno già avvisati? Conosco tutte le tecniche per farvi arrabbiare, spaventare, divertire, e per farvi perdere del tutto la testa per me. Sarò totalmente parte di voi, come voi sarete per sempre parte di me. Adoro già le vostre voci e vi cercherò in ogni momento della giornata, per cui non arrabbiatevi se inizialmente sembrerà tutto difficile, se dipenderò totalmente da voi, se non ci sarà giorno o notte. Crescerò e cresceremo insieme, perché insieme a me nasceranno due nuovi voi, due nuove figure che non conoscete ancora ma che mi renderanno un ometto fantastico, lo so già.

La mia villeggiatura sta per concludersi, né approfitto però per ringraziarvi per tutto quello che avete già condiviso con me in questi lunghi e intensi nove mesi, per questo grande dono che mi avete fatto e per tutto quello che verrà. Non abbiate paura di me, in fondo voi sapete già tutto ormai, mentre a me non resta che imparare il mestiere della vita.

Ci vediamo presto, il vostro finferlino ❤️

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Questioni di FAMIGLIA

Dopo giorni di molteplici e contrastanti notizie, opinioni e articoli in merito, dopo tanta confusione, falsi moralismi, trasmissioni sbagliate e dicerie indicibili, eccomi qui a parlarne anche io, a cercare di mettere un punto lì dove ne sarebbero necessari parecchi. Si è parlato di famiglia, di famiglie, naturali e non, di com’è cambiata la società, di come potrebbe cambiare ancora.

Una tra le più conosciute definizioni è la seguente : “ FAMIGLIA è un nucleo sociale rappresentato da due o più individui che vivono nella stessa abitazione e, di norma, sono legati tra loro col vincolo del matrimonio o da rapporti di parentela o di affinità “. Non è certo l’unica e sola … e già in questo primo caso non si fa riferimento ad alcun sesso “giusto”!

Condivido allora una tra le definizioni che più mi piace portare ad esempio, quella di Aristotele, per il quale la famiglia è il nucleo fondamentale della società, il suo primo mattone costitutivo: “senza la famiglia non esisterebbe il resto della comunità politica (quello che Hegel chiamerà Stato)”. La famiglia è intesa in opposizione al singolo individuo, che da solo in quanto singolo non è numericamente in grado di essere società. Farà successivamente riferimento all’uomo e alla donna per “cagione di conservar la generazione”, ma pare non si sia mai posto la questione e nemmeno abbia mai escluso esplicitamente la possibilità di famiglie omosessuali.

Ecco il punto sul quale vorrei che ognuno di noi rivolgesse un pensiero : da una parte un uomo del 300 a.c., un filosofo tra i più influenti del mondo occidentale, dal pensiero innovativo, capace tuttavia di definire oggettivamente la famiglia; dall’altra noi tutti, grandi uomini e donne moderni del ventunesimo secolo, noi che sappiamo tutto e che siamo sempre pronti a metterci in gioco, noi che costantemente riusciamo ad esporre un pensiero e a rinnegarlo qualche istante dopo a seconda dei gruppi di cui facciamo parte, noi, capaci di denigrare il termine famiglia solo per preconcetti e ignoranza.

In questo secolo di innovazioni, di mode, di “emancipazioni” più o meno reali, di “libertà di pensiero” più o meno veritiera, di uomini su Marte e donne denominate tali ma con “qualche segreto”, possibile ci si scontri ancora in maniera incivile e, soprattutto, con argomentazioni così povere di contenuti? Da anni siamo tartassati da programmi televisivi in cui si discute in merito all’etica dell’amore, giusto solo se tra uomo e donna, dannato e inconcepibile solo se tra sessi differenti … e adesso riviviamo lo stesso marasma per il concetto di famiglia. Ognuno si sente poi in diritto di inveire contro l’altro per un pensiero diverso in merito, e tuttavia tutto questo litigare non porta a nulla di buono. Da giorni continuiamo a dividerci tra atei e religiosi, politici e non, omosessuali e “normali”, sul vero significato di questo termine tanto intenso. Ma perché litigare quando tutto è ormai così evidente? Forse Aristotele aveva visto molto più lontano di quanto non si riesca a fare adesso, parlando di nucleo fondamentale della società? Forse abbiamo dimenticato quanto contino i valori della famiglia? Il nucleo di cui si tratta, composto da uomini e donne, da soli uomini o da sole donne, non è forse la stessa base di partenza? Se due esseri, qualsiasi sia il sesso, sono capaci di regalarsi emozioni, amarsi, credere nella loro unione e immettere nella società parte dell’amore che essi provano, forse non possono essere inclusi tra quegli esseri capaci di riprodurre l’alimento principale alla base della società ? Se degli esseri, di qualsiasi sesso, sono capaci di condividere questo grande amore e dei valori e principi forti con i loro stessi bambini, che differenza può fare ciò ? Cosa ci spinge a definire famiglia reale un insieme di persone piuttosto che un altro? I pregiudizi? I pensieri di altra gente vicina? La paura di esporsi? Chi ci da il diritto di capire quale sia il modello di famiglia davvero giusto in un mondo talvolta campato in aria? Non capisco tutto questo polverone ! Insomma: cos’ha di “giusto” una famiglia disastrata, composta da un uomo e una donna, i quali non si amano, litigano tutti i giorni, intrappolati in un legame malato fatto di bugie, tradimenti, talvolta anche atti di violenza persino nei confronti dei bambini ? E cos’ha di “giusto” una coppia che non può avere bambini ma che, per formare la famiglia in cui crede, decide di adottare un bambino o di ricorrere ad inseminazioni artificiali o a chissà quale altra “esperienza non naturale”? E ancora, cos’ha di “giusto” una madre o un padre capace di uccidere il proprio bambino, magari solo perché piange o per punire il compagno ? Famiglia è quel posto speciale dove tutto trova un senso, dove il mondo esterno resta sulla soglia della porta per dar spazio all’armonia, alla condivisione, alle emozioni, alla complicità, alla forza e alla voglia di vivere. Famiglia è quel pezzo di mondo dove tutto ha motivo di trovare una soluzione, dove attingere forza e coraggio, dove trovare radici solide, dove evadere quando qualcosa fuori non va. Famiglia è quel pezzo di mondo imperfetto dove tutto trova tuttavia un senso. E tutto questo come sempre non ha colore, non ha religione, non ha sesso, non ha razza, non ha età.

Sarò strana, matta o forse solo stanca di stereotipi, luoghi comuni … sono una donna innamorata di un uomo, sposata in chiesa per scelta e per fede, con un pancione sempre più grande e un bambino in arrivo. Ciò dovrebbe farmi sentire speciale o “giusta”, invece l’unico mio pensiero è che tutti possano avere la possibilità di vivere quello che questa unione mi regala ogni giorno, la possibilità di creare una famiglia che possa costituire un valore aggiunto per una società spesso spenta e svuotata … ❤️

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Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto:

1. A essere contento senza motivo.

2. A essere sempre occupato con qualche cosa.

3. A pretendere con ogni sua forza quello che desidera.

(Paulo Coelho)

Sono seduta sul divano a fissare il nostro albero di Natale ancora spoglio, tanti piccoli grandi e colorati regali lo circondano, quest’anno ci siamo davvero superati ma … avevamo da festeggiare più degli altri anni sai? Volevo condividere questa immensa felicità dal momento che il regalo più grande io l’ho già ricevuto, prima di tutti voi che state leggendo … quel regalo che non può essere scartato adesso, non un regalo di quelli comuni, di quelli che ti toccano il cuore, che ti emozionano tanto, che ti fanno fantasticare tutto il giorno … il mio regalo sei tu, piccolo esserino ancora senza un nome ❤️🤰

Sei arrivato in punta di piedi, quelli che non avevi ancora ma che adesso sono definiti, come le tue manine. Te ne stai lì, nel tuo nido, protetto da tutto quello che non conosci ancora. Non puoi ancora vedere ma mi dicono che senti, che cominci a prendere confidenza con i rumori, con le voci, con la mia voce, con tutti quelli che mi stanno intorno e che mi amano, e che ti amano già.

Chi l’avrebbe mai detto…

Eppure sono qui, ad ascoltare musica, a fantasticare su come sarai, a chi somiglierai, alle emozioni che proveremo, alle emozioni e alle sensazioni che proverai. Il mio corpo sta cambiando, sta crescendo il pancino, qualcuno dice di vedermi diversa, qualcun altro ripropone già una serie di detti in modo da capire quale sarà il tuo sesso ma, che importa ? Sembra tu stia bene, per cui nessuna fretta 😊

Non immaginavo fosse così facile abituarsi a te: insomma, si dice sempre che le donne vivano male i loro cambiamenti in questi momenti, eppure a me sembra di vivere ogni giorno un nuovo miracolo. Ma ci pensi? Sei dentro di me e cresci velocemente, ti prepari ogni giorno per presentarti a tutti noi in splendida forma, sguazzi come un pesciolino e cerchi di capire anche tu in fondo cosa ti stia accadendo, per cui come si fa a preoccuparsi del solo aspetto fisico? Pazienza, sarò meno attraente del solito 🤪🤪 ma basti tu a rendermi luminosa e sicura di me. Sei già famoso… parlano tutti di te, e potresti persino collezionare più vestiti e scarpe di mamma e papà messi insieme, hai già una piccola raccolta di tutine da far invidia a tutti. So già che sarai la parte migliore di me, di noi, e ripongo in te tutte le speranze che si hanno quando si comincia un nuovo progetto, quando si ha un sogno grande nel cassetto, quando si desidera qualcosa con tutti se stessi.

Mi piace pensarti li, a ciucciare il dito, a rotolarti, a cambiare mille volte posizione, a sintonizzarti sulle note delle nostre voci … mi piace pensarti felice, curioso di conoscerci, capace di trasmettere grandi emozioni, capace di provare grandi emozioni nonostante le tue minime dimensioni.

E questa frase, I CAN’T STOP THINKING ABOUT YOU, scritta di getto su un pezzo di carta? … ti sembrerà forse stupido ma è tratta da una canzone che canticchia il tuo papà pensandoti … perché non smettiamo un attimo di pensarti, perché non possiamo smettere di pensarti! ❤️

L. D.

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Buon viaggio ❤️

È divertente osservare i volti di chi si sveglia all’alba e anche prima pur di prendere l’aereo per un lungo o breve viaggio. Tutti stanchi, stravolti, afflitti, con la voglia di crollare beati su un qualsiasi letto in qualsiasi parte del mondo … ma con una strana luce in volto! Quella di chi ha la possibilità di regalare/regalarsi un istante di felicità. C’è chi parte per una lunga vacanza, un week end, un addio al celibato/nubilato (non si senta escluso chi viaggia per lavoro 😜). Le motivazioni che spingono a cambiare direzione sono molteplici: cibo, cultura, sagre, famiglia e chi più ne ha più ne metta. Vi siete mai chiesti perché siamo spinti dalla voglia irrefrenabile di spostarci? A volte penso esista come una sorta di calamita capace di attrarre a se chi ha a sua volta una sorta di sensore in grado di intercettare le emozioni che solo l’esperienza del viaggio può trasmettere. E allora, in questi lunghi minuti che mi tengono in trappola tra il mondo che lascio e quello che sto per raggiungere, penso al viaggio in senso lato, alle esperienze vissute, a quelle sconosciute e che si paleseranno, a quelle che ho scelto di vivere da qui a poco. Se la valigia identifica il viaggio, non è forse vero che in qualsiasi parte del mondo, pur restando sdraiati sul divano, sia possibile viaggiare? Con la mente, si intende. Tra i ricordi, tra le aspettative, nelle fotografie di altra gente e nei loro rispettivi ricordi, sfogliando un libro, fantasticando. Come sarebbe se fossimo questo o quest’altro? E se facessimo questa o quell’altra vita? E se avessimo intrapreso un’altra direzione? E se il mio posto nel mondo non fosse quello in cui attualmente sto? E non c’è risposta corretta a nessuna di queste domande, forse la scelta più azzardata è quella di rischiare, di non lasciarsi avvolgere dai viaggi mentali ma di viverli, in prima persona, qualunque sia la destinazione. Un po’ come guidare a caso per le vie della città per conoscerla meglio, perdendosi in strade che scopriremo poi senza uscita, in sensi unici, in doppi sensi non troppo comprensibili. Il viaggio, qualsiasi esso sia, permette di regalarsi emozioni forti, la conoscenza di usi diversi, gente diversa, sapori vicini o totalmente lontani da quelli che siamo abituati a vivere, colori, luoghi, culti. Il viaggio in un modo o nell’altro ci cambia, ci rende persone sempre più complete, interessanti, curiose. Un viaggio ci completa, rappresenta un’esperienza magica… un viaggio ci aiuta a metterci in gioco, a venir fuori da preconcetti e campane di vetro, a confrontarci, a rendere speciale il nostro percorso. E nel viaggio, non ci saranno foto che potranno rendere giustizia agli innumerevoli paesaggi che ci toglieranno il fiato, non ci saranno abbastanza parole per definire quanto il cuore sia pieno di gioia. Incontreremo sempre persone speciali, vivremo giornate perfette, quelle giornate che ci inviteranno a riflettere sul tempo, la sua valorizzazione, le nostre scelte, quelle giornate che vorresti non finissero mai perché semplicemente paradisiache. E siamo sempre in viaggio, sapete? Se lo si vuole, la vita può trasformarsi in un viaggio intenso, dove l’importante è scegliere i giusti compagni, talvolta decidere di percorrere la strada da soli, avere il coraggio di cambiare direzione, seguire l’istinto, cambiare, arrivare sempre in ritardo e correre quanto più possibile o godersi ogni istante con calma… e poi ricordarsi sempre che tutto ciò di cui abbiamo bisogno per questo viaggio sono le persone che ci riempiono il cuore, quelle che qualsiasi cosa faremo, qualsiasi strada sceglieremo, ci accompagneranno sempre! Buon viaggio!