Pubblicato in: Senza categoria

Sempre tutto sotto controllo

Ci pensate che fino a qualche mese fa eravamo tutti chef, parrucchieri, lavoratori in Smart working, senza un euro perché la cassa integrazione chissà quando sarebbe stata accreditata sul nostro conto? Ci pensate che fino a poco tempo fa era impossibile spostarsi tra regioni, province, comuni? Ci pensate che gli aperitivi più Fighi erano quelli in video chiamata e che il karaoke si improvvisava in balcone ? Sbaglio o è successo tutto giusto pochissimo tempo fa? Poi “la riapertura”, mascherine sudate per il forte caldo e buttate in ogni dove, abbracci, baci, starnuti addosso, discoteche e locali aperti con gente ammassata e sudata, lidi pieni, lungomare affollato e tanto altro ancora. E dov’era il nostro caro coronavirus? Dov’erano i controlli, le multe, le critiche ? Un’estate intera ad ignorare quanto accaduto e ancora in atto, un’estate intera a criticare una siciliana per una frase estrapolata da un’intervista di cui poco si parla. Ma che importa. Noncinnècovidddi. No, nessun covid, nessun virus, nessun problema. Siamo tutti sani e felici. E così pare che ci si sia già dimenticato dei tanti morti, dei funerali celebrati in assenza di parenti, di ospedali pieni e mal gestiti, del terrore ad ogni passo. Tutto finito perché l’Italia, quella che conta, quella che lavora seriamente e che fa girare i danari, deve ripartire. Benissimo! E adesso allora perché ci ritroviamo a discutere in merito a prossime chiusure? Davvero mi volete far credere che era necessario far ripartire il calcio favorendo un contatto che altrimenti e probabilmente non ci sarebbe stato? Davvero volete farmi credere che fosse necessario riaprire le discoteche perché i poveri ragazzi non hanno avuto il modo di ballare e divertirsi in questi ultimi mesi? Quindi di certo più salutare creare assembramenti tra gente forse malata, forse no, tanto poi ad ottobre magari si ripensa a bloccare il calcio amatoriale (quello della serie A no perché quello sì che fa girare l’economia a contagio zero no?), a chiudere i locali a mezzanotte perché cenerentola così non viene contagiata ?

E si vocifera nuovamente di un blocco tra regioni, di limitazione agli incontri tra parenti e amici, di multe, di Smart working e di tampini obbligatori.

Non si parla invece delle scuole destabilizzate dall’incapacità di saperle organizzare, di professori inesistenti e di ragazzi lasciati in balia di se stessi, di mamme che non potranno mai rientrare a lavoro perché i bambini non possono mangiare e/o dormire al nido/asilo. Ma che importa ! Tanto se tutti stiamo a casa poi abbiamo più spazio per strada per tutti gli immigrati che continuiamo a portare in Italia, si, perché noi siamo altruisti e benefattori.

E poi la storia dei tamponi … giorni ad aspettare l’esito di un esame non del tutto affidabile. Perché ? Oggi mi sottopongo al tampone, aspetto almeno tre giorni per l’esito, magari negativo si … ma se ho contratto il sintomo in maniera asintomatica nei tre giorni di fermo fiduciario e, post esito, soddisfatto del risultato, andassi in giro a contagiare tutti non sapendo di esser io la causa ? Fantastico no?

Insomma, come sempre, tutto sotto controllo!

Fatemi ricredere, ne sarei felice !

L.D.

Pubblicato in: Paolino

Ciao chiciolo ❤️

Ciao chiciolo !

Mamma è a pochi metri dall’ingresso del tuo nido, in fremito, muore dalla voglia di vederti. Non so ancora come hai affrontato queste prime ore senza di me ma ti immagino felicissimo di giocare, esplorare, crescere. In attesa che qualcuno ti riabbracci forte, così com’è stato prima del distacco. Il primo. Il primo in assoluto. Adesso datemi dell’irresponsabile, della matta, dell’esagerata, della donna troppo emotiva, probabilmente sono tutte queste cose. Sono io, che subito dopo averti salutato sono corsa in giro per le strade a piangere, nascondendomi in viuzze non trafficate, chiamando mamma e papà, scrivendo messaggi di aiuto. Tutto vero eh? Sisi, proprio io, quella tosta, dura, a volte superficiale, quella che prova sempre a tirar su il morale di chi le sta intorno, che non si tira indietro. Proprio io! E poi mi sono fermata un attimo a pensare alla mia di mamma, al mio papà, quando questa personcina qui, indipendente, che vuole le sue libertà e che ama follemente la vita, ha deciso di lasciare tutto e vivere a Milano, perché il paesino le stava stretto e aveva voglia di sperimentare e sperimentarsi. Il vuoto. È così allora che ci si sente quando si stacca il cordone ombelicale. Vuoti. Impauriti. Senza difese. Per poi crescere più forti probabilmente. Certo. Questa è stata la mia esperienza personale. Ma per i miei è stato davvero così? Chissà … magari più avanti potremmo anche scambiarci qualche pensiero e riderci su.

E adesso ti trovi tu dall’altra parte, dalla parte di chi “abbandona”, di chi per il figlio farebbe QUALSIASI COSA, e che per prepararlo alla vita sceglie di regalargli il suo spazio, in modo che possa confrontarsi con altre persone, altre realtà, migliori o peggiori a quelle che sta vivendo, ma comunque costruttive.

Non aver paura di crescere, di prendere la tua strada, di sperimentare, di litigare e di arrabbiarti. Non aver paura di scegliere, di vivere, di essere te stesso. Non aver paura di lottare per quello che vuoi. Non aver paura di giocare e di stare vicino ad altri bambini. Non aver paura degli adulti. Non aver paura. Sono qui. Siamo qui. Per te. Sempre.

E grazie ancora e sempre a voi, mamma e papà, che si siete sempre stati, che ci sarete sempre.

Vado a riabbracciare il mio pezzo di cuore.

Ciauuu

L.D.

Pubblicato in: Paolino

Il nostro primo giorno al nido … io speriamo che me la cavo 😅

Diciamoci la verità… l’ambientamento dei nostri piccoli cuccioli al nido è forse più utile a noi accompagnatori che a loro. Perché? Facile … perché ci sentiamo così importanti per loro da pensare che nessuno possa fare meglio di noi, perché li riteniamo “nostri” e perché sono così parte integrante delle nostre vite che risulta quasi impossibile separarsene, soprattutto se, come me, si è un tutt’uno da mattina a sera.

E così, la mamma qui presente, oggi accompagna il suo piccolo principe ad affrontare il suo primo ingresso ufficiale nel mondo da esploratore al nido. Lei, serena, serenissima, felice di questa nuova avventura, ma con gli occhioni gonfi e qualche lacrimone mentre lo accompagna all’indirizzo concordato. Lui, bellissimo sul suo passeggino, ignaro di tutto, cerca di parlare e scimmiotta un po’ guardandosi intorno. Poi l’incontro con i bimbi, le educatrici, le mamme. Fantastico! In un attimo sentirsi come in una seconda casa. Tutti insieme come in una grande famiglia. Giochi ovunque, bambini felici, risate, paroline abbozzate, suoni strani e divertenti. È sensazionale vedere tutta questa vita esplodere tra le mura di un luogo che segnerà le loro stesse vite. Loro, così buffi e talvolta goffi. Loro che camminano a gambe aperte, che corrono, che gattonano, che prendono giocattoli e ti guardano con gli occhi di chi vorrebbe dirti che si trova in un porto magico. Loro, seduti su delle micro sedie accanto a mini tavolini, a mangiare tutti insieme come gli adulti, a bere da soli “lavandosi”, a scambiarsi sguardi veloci e pieni di pensieri ed emozioni che solo loro capiranno. E in tutto questo i nostri mille pensieri, le paure di qualcuno, le certezze di qualcun altro. Noi e la felicità nel vedere il nostro piccolo miracolo FELICE.

In un attimo forse rimpiangere i tempi in cui eri tu la piccola di casa, quella che scorrazzava per le stanze a far casino, quella che riceveva mille coccole e regali. E ricordi i momenti in cui pensavi ai tuoi genitori come dei super eroi, loro, che facevano di tutto per te, che sapevano fare tutto, che sapevano capirti, che erano il tuo porto sicuro, che ti facevano da scudo, che ti proteggevano e che ti spianavano la strada ove possibile, in modo da rendere un po’ più facile questo percorso di crescita.

E adesso tocca a me ! 🥳🤞🔝💪🏻

Incrociamo le dita …

L.D.